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Cos’è un “lakh”?

Nella scrittura di contratti internazionali ci si può imbattere in concetti poco familiari o addirittura alieni alla nostra esperienza. Di solito, questo può accadere con elementi estranei alla nostra cultura giuridica (quali ad esempio le strutture di proprietà collettiva di diritto finnico –>qui), o nel caso di strumenti cui, come giuristi italiani, siamo poco avvezzi (come le forme di notifica elettronica attraverso strumenti non impiegati in Italia -alcuni esempi in Pucciarelli –> qui).

Più raramente accade di non comprendere, in un testo redatto in inglese…. le cifre! Recentemente mi sono imbattuto in un contratto, redatto da un professionista indiano, il cui valore era espresso nel seguente modo: “Euros 1,44,300 (Euros One lakh Forty four thousand three hundred)”. Letteralmente “Euro un lakh quarantaquattromila trecento”. Sulle prime ho pensato a un errore o a uno scherzo: si trattava forse di una cifra immaginaria, qualcosa come un “ottone di millantoni”, della poesia di Gianni Rodari? (–>qui)?

Invece no: il Lakh è una vera unità di misura, anzi, ad essere più precisi, un ordine di grandezza tipico della matematica in uso nel subcontinente indiano. Esso rappresenta una quantità pari a 100.000 (10 elevato alla 5 potenza), è impiegato comunemente nelle notazioni commerciali e… nella lingua corrente (vedi –>qui).

Nuovamente mi sono dunque confrontato con il fatto che il contratto è sostanzialmente la conseguenza del modo in cui le parti lavorano, costruiscono, commerciano. In definitiva, immaginano. Spostando lo sguardo dal contratto “di casa propria” al contratto internazionale, ci si rende conto che attraverso il contratto le persone comunicano. In un contesto commerciale, ovviamente, ma non solo. Nell’approcciarsi al contratto, quindi, conviene non dimenticare mai che in esso non vi è nulla di originariamente burocratico, semmai di originariamente negoziale e transattivo -cioè comunicativo-. Il contratto come pezza d’appoggio necessaria quale giustificativo fiscale è un errore di prospettiva da cui bisognerebbe guardarsi con timore, e tenersene lontani mille miglia. Anzi miglia lakh.