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Il trattato del Quirinale apre per Torino e il Nord Italia interessanti prospettive

La firma del Trattato tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Francese per una cooperazione bilaterale rafforzata del 26 Novembre 2021 (già noto con il nomignolo di “Trattato del Quirinale”) apre nuovi scenari per il Nord Italia. Il testo è costituto da due parti: il Trattato vero e proprio (12 articoli) che fissa scopi ed obiettivi e il Programma di Lavoro che specifica le azioni da intraprendere per raggiungerli.

Accanto a temi di ampio respiro, orientati alla politica internazionale, alla diplomazia, alla tutela dell’ambiente, il Trattato del Quirinale delinea ambiti di collaborazione di grande rilevanza pratica ed industriale.

In materia di cooperazione transfrontaliera (art. 10 del Trattato), le Parti (un tempo si sarebbero dette “le Alte Parti Contraenti”, ma siamo in un secolo di semplificazioni) fissano l’obiettivo di facilitare la vita quotidiana degli abitanti delle aree frontaliere e, tra l’altro, si adoperano per lo sviluppo sempre più integrato di una rete di trasporti transfrontaliera ferroviaria, stradale e marittima; favoriscono la formazione dei parlanti bilingue in italiano e in francese nelle regioni frontaliere.

Nel Piano di lavoro si scende poi
nello specifico, e qui si citano il completamento dell’opera Torino-Lione con
l’obiettivo di raggiungere la piena operatività del tunnel e delle sue tratte
di accesso e nella gestione del tunnel del Fréjus e del Monte Bianco, rafforzare
i servizi ferroviari regionali a carattere transfrontaliero, stimolare il
rapido ripristino della linea Cuneo-Breil-Ventimiglia, terminare i lavori del
tunnel di Tenda, il tutto sviluppando sinergie per mettere a fattor comune i
finanziamenti dei rispettivi PNRR.

Gli accordi sulla cooperazione economica, industriale e digitale, cui è dedicato l’art. 5 del Trattato, contengono passaggi di grande rilevanza, in cui troviamo che le Parti s’impegnano a facilitare gli investimenti reciproci e avviano progetti congiunti per lo sviluppo di startup, piccole e medie imprese (PMI) o grandi imprese dei due Paesi e che s’impegnano ad approfondire la loro cooperazione in settori strategici, quali le nuove tecnologie, la cyber-sicurezza, il cloud, l’intelligenza artificiale, la condivisione dei dati, la connettività, il 5G-6G, la digitalizzazione dei pagamenti e la quantistica.

Nel Piano di lavoro troviamo poi che i due Paesi intendono coordinare gli investimenti dei rispettivi piani di rilancio nazionali in settori quali le infrastrutture cloud, le batterie elettriche, l’industria farmaceutica e i materiali sanitari, l’energia, i semi-conduttori e la connettività.

In materia di cooperazione nel settore aerospaziale (art. 7 del Trattato), le Parti sviluppano e promuovono la cooperazione bilaterale a livello industriale, scientifico e tecnologico, anche attraverso la promozione e lo sviluppo di attività legate al NewSpace e il sostegno alle start-up.

Nel Trattato del Quirinale, le imprese delle regioni frontaliere,
Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, trovano temi che riguardano da vicino la loro
realtà aziendale; trasporti, digitalizzazione e aerospazio sono tra i settori di
punta dell’economia dell’Italia di Nord-Ovest. L’attenzione che le istituzioni
rivolgono a quest’area, quindi, si presenta come una occasione salutare, dopo un
lungo periodo in cui, su questi temi, si è vista una politica industriale ondivaga,
con fughe in avanti seguite da battute d’arresto talvolta cariche di conflitti,
come sulla Torino-Lione.

Particolare interesse desta il capitolo dedicato all’approfondimento delle tematiche digitali: cybersicurezza, cloud, IA, connettività avanzata (finalmente si inizia a parlare di 6G) e lo sviluppo di sistemi computazionali di nuova concezione -come la generazione dei calcolatori quantistici, che l’Italia ha identificato come priorità (–> qui)-, ma anche il tema dell’innovazione farmaceutica, sono campi di lavoro per le istituzioni scientifiche, ma anche per le imprese dei settori avanzati.

In questi settori, cruciali per l’economia industriale del Nord-Ovest, l’istituzione di una cooperazione rafforzata italo-francese assume un significato importantissimo nel senso del potenziamento degli scambi, dell’orientamento degli investimenti e, in definitiva, dell’integrazione, in chiave europea delle economie. Lo strumento del “piano di lavoro”, adottato da Italia e Francia fa peraltro ben sperare circa la concretezza dei propositi espressi.