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Il Delitto di Felicità

“Volevo uccidere, ho scelto Leo perché era felice”: la confessione dell’omicida dei Murazzi 

E siamo arrivati all’omicidio “per il delitto di felicità”.
Una persona in difficoltà, probabilmente anche per colpa propria, ne sceglie un’altra a caso che gli sta sulle scatole in quello specifico momento, e lo accoltella a morte.
Psicopatologia. Sociopatia… si scelga.
Di certo però non è plaudendo alla cattiveria in ogni sua forma che si possono prevenire situazioni del genere. Al contrario, è facendo scendere la temperatura di ebollizione della società.

Perché la cattiveria, e ancora di più la rabbia che si fa cattiveria, ha sempre avuto la serenità come bersaglio. Solo che la serenità di tutti dovrebbe essere l’obiettivo di chi è chiamato a gestire la società.
Questo non è “buonismo”: è solo spirito di conservazione. Non è bontà evangelica, ma semplice buon senso.

Il presente messaggio valga come risposta preventiva a tutti quanti scaricheranno tutto il proprio odio sull’assassino, dimenticandosi che l’assassino ha scaricato tutto il proprio su di un ragazzo che andava al lavoro “perché sembrava felice”. E magari non lo era neppure.